Le varietà della pianta di olivo, rappresentano la ricchezza agricola di un territorio e la differenza tra i tanti tipi di olio d’oliva che se ne ricavano.
Da tempo queste diversità si denominano come cultivar. Questa parola deriva da un termine anglosassone, cultivated variety, che indica una specifica varietà della pianta. Si applica a qualsiasi coltivazione, e nel caso dell’olivicoltura trova tante possibilità, essendo l’olivo una pianta ricchissima di “declinazioni”.

Dettaglio dell’uliveto di Olio AlmaSole
Indice
Le cultivar più diffuse negli uliveti siciliani
Solo in Italia ci sono centinaia di cultivar di olivo differenti, essendo da millenni una patria della produzione di olio d’oliva. In Sicilia, in particolare, sono tantissime anche le varietà di olivo autoctone (originarie del suolo siciliano), che possono essere utilizzate nella produzione di olio extravergine d’oliva. Scoprile, per capire meglio da quale pianta deriva il tuo olio preferito…
Aitana
Questa cultivar non si diffusa in modo consistente, si trova sparsa in Sicilia e nel territorio italiano, in modo non uniforme. È una varietà quasi dimenticata, che rischia l’estinzione, ma è comunque ancora utilizzata. Si impiega l’oliva Aitana nella produzione limitata dell’olio extravergine ma può anche essere consumata a tavola con acqua e sale.
Biancolilla
Si tratta di una cultivar autoctona siciliana, che dona un’oliva con bassa acidità, adibita unicamente alla produzione e vendita di olio extravergine di Sicilia. Il suo gusto è raffinato, ed è diffusa nelle zone occidentali e centro-orientali dell’isola.
Bottone di Gallo
Questa cultivar viene adoperata unicamente nella produzione di olio extravergine di Sicilia. È una varietà considerata negletta, ossia trascurata e poco diffusa in Sicilia. Nonostante ciò, è importante notare che l’olio che se ne ricava è molto pregiato e apprezzato.
Brandofino
È diffusa soprattutto nella zona orientale della Sicilia, come varietà autoctona minore. Si tratta di una cultivar monouso, per creare un olio extravergine di Sicilia, oppure miscele pregiate di olio d’oliva siciliano. L’olio di cultivar Brandofino dona all’olio un sapore quasi speziato, unico e riconoscibile.
Buscionetto
Questa cultivar originaria degli oliveti di Agrigento, è stata annoverata tra quelle neglette; purtroppo, a rischio di estinzione. L’oliva di Buscionetto oggi si usa per l’estrazione di olio extravergine, oppure per dare vita a miscele di oli di oliva pregiati. Si può trovare l’olivo Buscionetto anche nei territori di Trapani e Palermo.
Calamignara
La varietà autoctona di questi olivi mostra una duplice attitudine, grazie alle olive di pezzatura abbondante. Vengono adoperate per la produzione di olio e anche per il consumo a tavola. Come oliva per la lavorazione dell’olio extravergine d’oliva, la Calamignara è considerata ottima.
Calatina
Si tratta di una cultivar autoctona siciliana, meno importante di altre, ma comunque utile per realizzare l’olio extravergine d’oliva regionale. Viene destinata alla spremitura olearia, oppure come varietà da impollinazione, e non è adatta al consumo. L’oliva Calatina non è molto diffusa sul territorio, si può trovare nelle aree di Catania e di Caltagirone.
Carolea
Versatile e gustosa, l’oliva della cultivar Carolea permette di ottenere olive da spremitura, e da mensa. Dona un ottimo olio extravergine di Sicilia. Questa varietà non è tipica del territorio, ma è presente in tutta l’Italia meridionale – diffusa grazie alla sua capacità di resistere alla siccità e alle altitudini – fino a circa 800 metri sul livello del mare.
Castriciana Rapparina
Questa varietà è a rischio di estinzione, essendo molto rara. È una cultivar di olivo autoctona della Sicilia, originaria del comune di Castroreale, in provincia di Messina e diffusa anche nell’area di Palermo. È possibile assaporare il suo olio extravergine d’oliva siciliano, nelle rare produzioni.
Cavalieri
Una cultivar trascurata e poco diffusa, ma che produce un ottimo olio extravergine siciliano. Come varietà negletta, è comunque presente nelle zone della provincia di Catania e per la precisione negli oliveti presso Caltagirone.
Cerasuola
Nel panorama olivicolo siciliano, questa cultivar è una delle più diffuse, e si trova coltivata in molte aree della regione. Le olive di Cerasuola sono destinate alla spremitura per ottenere l’olio extravergine di olive, e non sono adatte per il consumo a tavola.
Citrale
Un’altra cultivar negletta, trascurata nel tempo, è questa varietà di ulivo autoctono siciliano. Questo è stato provocato anche dalla sua debolezza rispetto ad alcune patologie, che ne minano la crescita e la produzione. Oggi l’oliva della Citrale rimasta, si usa unicamente per la produzione di olio extravergine.
Crastu
Una tipologia di ulivo autoctona minore, la Crastu deriva dal territorio delle Madonie, i rilievi che accolgono queste piante, originarie della costa messinese tirrenica. L’oliva Crastu viene portata al frantoio per ottenere un olio sia extravergine, per realizzare ottime miscele di olio d’oliva.
Erbano
Questa varietà è molto diffusa nella zona di Palermo, Agrigento e Sciacca, mentre è rara nel resto della Sicilia – per questo è ritenuta una cultivar negletta. Dona olive ottime per la produzione di olio extravergine di Sicilia, con un gusto armonico e delicato, un profilo olfattivo equilibrato con sentori di mandorla e di erbe aromatiche.
Giarraffa
Negli uliveti siciliani, nasce questa varietà versatile, con olive ottime sia per l’estrazione dell’extravergine di Sicilia, sia per il consumo in tavole. Le sue origini sono antichissime, forse all’epoca della popolazione dei Sicani (almeno 6.000 secoli a.C.). oggi si trova diffusa soprattutto nei territori di Agrigento, Palermo e Trapani.
Lumiaru
Un’altra varietà rara, che si trova diffusa particolarmente nei territori di Agrigento e Catania. Le olive delle piante Lamiaru, vengono frante per l’estrazione di olio extravergine a bassa acidità, fruttato e delicato – con un sapore equilibrato da note amarognole e piccanti. La pianta presenta dei tempi di maturazione tardivi.
Mandanici
Questa cultivar autoctona siciliana, si riconosce per le drupe piccole, e si trova diffusa nelle zone di Messina, Catania e anche in Calabria. Cresce su terreni sabbiosi o calcarei, e necessita di poca acqua. Come varietà monouso, viene adoperata per le sue olive destinate esclusivamente alla produzione e vendita di olio extravergine di Sicilia.
Minuta
Originaria del territorio di Messina, questa varietà è rara, quasi assente nel resto della Sicilia. Abbondano le piante di Minuta negli uliveti dei Nebrodi, dove trovano un clima ideale. Questo olivo, infatti, resiste alle basse temperature e cresce fino a 800 metri di altezza. Le sue olive donano un olio extravergine particolare, rustico, usato anche per blend pregiati – in quanto aumenta il contenuto di polifenoli e dona delle rare sensazioni olfattive floreali.
Moresca
La cultivar nasce nella zona centrale e orientale della Sicilia, dove continua ad essere coltivata da secoli. Le olive sono di abbondante pezzatura, e per questo sono adatte al consumo in tavole, sia al verde che al nero. Alcune quantità dell’oliva Moresca vengono anche portate al frantoio, per l’estrazione di un eccellente olio extravergine di Sicilia.
Murtiddara
Si tratta di una cultivar abbastanza rara, negletta, ma diffusa in ogni caso in vari territori siciliani. Come varietà auto-sterile, deve essere impollinata da un’altra cultivar, di solito la Carolea. Le olive che se ne ricavano, vengono adoperate solamente per la spremitura, ottenendo un olio extravergine monovarietale.
Nasitana
Il nome di questa varietà negletta deriva dal luogo originario, il comune di Naso in provincia di Messina. Ancora oggi è diffusa molto in questo territorio, e in quello vicino di Capo d’Orlando. Si trova anche sulle colline dei monti Nebrodi, grazie alla sua resistenza al freddo. Le olive frante per la produzione di olio extravergine, possiedono una resa bassa, che arriva al 16%.
Nerba
Si tratta di una varietà autoctona siciliana, con olive di pezzatura dalla duplice inclinazione. Ricche di polpa, possono essere ottime per il consumo a tavola oltre che frante per ricavarne l’olio. Ne nasce un olio extravergine di Sicilia a bassa acidità, dolce e con delle note di amaro e piccante.
Questa cultivar è sensibile agli attacchi di coleotteri e mosche, per questo è considerata negletta.
Nocellara del Belice
Una cultivar autoctona del territorio di Trapani, Palermo e Agrigento, che viene molto utilizzata, per la succosa polpa delle olive. Questa caratteristica le rende ottime per il consumo a tavola, ma anche per l’estrazione dell’eccellente olio extravergine di Sicilia. L’olio ottenuto presenta acidità molto bassa, dal gusto amarognolo e leggermente piccante, con un profumo fruttato.
Nocellara Etnea
Questa cultivar, come la Nocellara del Belice, mostra una duplice attitudine, sia per l’estrazione di olio extravergine sia per il consumo a mensa. La pianta è resistente agli agenti atmosferici avversi e alle ondate di freddo. Si coltiva soprattutto nelle zone interne e orientali della Sicilia. Mostra un’altra resa produttiva, ma i raccolti sono alternati e non è semplice da coltivare.
Nocellara Messinese
Una varietà che dona olive con pezzatura molto grossa, e un colore che tende al violetto durante la fase di maturazione. Si tratta di olive utili sia per il consumo a tavola, sia per l’estrazione dell’olio extravergine d’oliva siciliano. La diffusione della cultivar è concentrata nei territori di Catania, Siracusa e Messina, centro da cui deriva il suo nome.
Ogliarola Messinese
Questa cultivar tipica della zona messinese, è comunque diffusa anche nel territorio di Palermo.
Gli uliveti vengono sfruttati per la produzione di olive da mensa, verdi e nere, e per l’estrazione di olio d’oliva extravergine mono-varietale. Si tratta di un olio non troppo intenso, con un equilibrio tra dolce, piccante e amaro; contiene grassi mono-instauri ed è utile per chi vuole evitare la colesterolemia.
Ottobratica
La cultivar dell’area messinese, in particolare diffusa nel versante costiero ionico, viene usata esclusivamente per la produzione di olio extravergine. È una varietà di olivo dotata di resistenza alle intemperie e al freddo, e dona un olio siciliano leggero, prevalentemente amaro e piccante.
Passulunara
La varietà regala un’oliva a duplice attitudine, anche perché di pezzatura superiore alla media e ottima in tavola. Dalla spremitura si ricava un olio extravergine della Sicilia a bassa acidità, pregiato perché dotato di un elevato contenuto di antiossidanti e vitamina E. Questa cultivar è diffusa soprattutto negli uliveti dei distretti olivicoli di Palermo ed Agrigento.
Piricuddara
L’oliva di questa cultivar possiede una piccola pezzatura, e nasce da una pianta diffusa nel territorio di Agrigento. Si utilizza il frutto per produrre olio extravergine d’oliva a bassa acidità, dato che la sua ridotta dimensione ne ostacola il consumo in tavola. Diverse olivicolture di Piricuddara sono presenti anche nei terreni di Palermo e Caltanissetta. Spesso viene adoperata come varietà impollinatrice per la Nocellara del Belice.
Pizzutella
È una varietà di olivo autoctono della Sicilia, che si è diffuso nelle province di Siracusa, Catania e Ragusa. La pizzutella viene usata per la generazione di olio extravergine d’oliva, che mostra al palato un sapore equilibrato e gradevole, molto apprezzato dai consumatori. È presente come cultivar anche in Calabria.
San Benedetto
Si tratta di una varietà negletta, ossia a rischio di estinzione. La cultivar è autoctona della Sicilia, coltivata nelle zone da Trapani a Messina. Cresce bene nelle aree costiere tirreniche, e dona olive dalla pezzatura medio-grande. Per questo, l’oliva San Benedetto viene adoperata sia per il consumo da tavola, sia per l’estrazione dell’olio extravergine d’oliva.
Santagatese
Questa cultivar è presente in diversi terreni, sia nella Sicilia orientale sia in quella orientale, come specie autoctona. È nota, per la sua diffusione, anche con vari sinonimi tra cui Cristina, Corbacchia e Sanfratellese. L’oliva varietà Santagatese mostra una produzione di grossa pezzatura, che permette la produzione di un ottimo extravergine siciliano. È adoperata anche in tavola come oliva da mensa.
Tonda Iblea
Questa varietà deriva dall’area dei Monti Iblei, una cultivar che può crescere fino ai rilievi collinari, a circa 600 metri di altezza. La varietà propone olive molto polpose, a duplice attitudine, ed è possibile consumare sia olive verdi che nere. Se per molto tempo è stata un’oliva da mensa, ultimamente se ne ricava un olio extravergine di oliva dal sapore tipico siciliano, armonico e poco amaro.
Vaddarica
La cultivar è diffusa in prevalenza sulle coste tirreniche siciliane, tra Palermo e Messina, e poco presente nel resto del territorio. Si tratta di una varietà autoctona siciliana ma negletta, che dona un olio extravergine dalla bassa acidità. È un olio siciliano dolce e poco piccante, medio-leggero, con sentori floreali.
Verdello
Questa varietà è ormai molto rara, e si coltiva prevalentemente intorno all’area di Messina. Dona olive dalla pezzatura media, destinate esclusivamente alla spremitura per la produzione di olio extravergine siciliano a bassa acidità. Dai frutti di questa tipologia di olivo si ottiene un olio dai sapori intensi, dall’amaro al piccante, mentre il dolce è quasi assente.