L’olivicoltura è un impegno che dura tutto l’anno, ovviamente, come accade per tutte le piante. In alcuni mesi, però, i trattamenti si fanno più intensi, fino alla raccolta. La sua corretta cura, da questo punto di vista, renderà l’olivo sano e l’olio migliore.
Vediamo quali sono le “età” dell’olivo durante le stagioni!
Indice
L’olivo in inverno, le radici e l’acqua.
Quando inizia l’anno, a gennaio e febbraio, il pieno periodo invernale avvolge gli oliveti e le piante si trovano in uno stato diriposo vegetativo.
Manca tempo al risveglio primaverile, che avverrà alla fine di febbraio.
L’olivo mostre le sue chiome abbondanti, si rigenera a dispetto del clima, che mediamente è rigido in questa stagione – anche se dipende dal territorio.
Di certo l’olivo siciliano patisce meno freddo delle piante in altre parti d’Italia, ma in ogni caso il terreno ha una temperatura bassa, e non consente ancora alle radici di assorbire acqua e sostanze nutrienti per la pianta.
L’annata dell’olio d’oliva dipende anche dalle piogge, e in inverno è importante che non si manifesti una siccità, proprio nella stagione più adatta perché le radici si nutrano. Sappiamo che l’acqua si trova tra le particelle di terreno, ed è chiamata acqua capillare perché sparsa sul terreno e non trattenuta. È più facile da assorbire dell’acqua igroscopica, contenuta nelle particelle di terreno stesso.
Se manca la pioggia, il clima troppo secco fa evaporare l’acqua capillare e le radici dovranno accontentarsi di quella intrappolata nel terreno – difficile da estrarre per loro!
È importante che non si verifichi questa situazione nella stagione invernale e primaverile, perché può provocare una condizione di stress e sofferenza per l’olivo.
L’olivo a febbraio, un mese importante.
Questo periodo finale dell’inverno è delicato, perché come abbiamo visto la pianta inizia il suo risveglio vegetale, e deve trovare le condizioni ideali. Ad esempio, se le temperature fossero troppo alte (cosa che negli uliveti siciliani può verificarsi), il risveglio avverrebbe prima del solito .
Questo momento, tra i più delicati per la coltivazione dell’olivo, potrebbe avere una ricaduta sulla germogliazione precoce.
Spesso a rimetterci sono le piante più giovani, dati che l’olivo secolare ha ormai raggiunto una grande forza e resistenza: si adatta alla variabili del clima, e conosce il suo territorio!
Per far fronte alle variabili climatiche, con temperature irregolare e clima fuori stagione, è importante anche se la pianta è una varietà tipica del territorio, presente da secoli su questi terreni. In tal modo, “riconosce” meglio le varianti possibili in inverno e all’inizio della primavera “precoce”.
I trattamenti dell’olivo da fine inverno a primavera.
Solitamente in questo momento, a fine febbraio, comincia la potatura dei rami degli olivi, che consente di accogliere la meglio la luce.
Tutti i rami saranno illuminati, ben areati per favorire la crescita sana delle foglie e dei germogli. Il luogo ideale per iniziare a pensare alle nuove olive!
In concomitanza, sempre a fine mese, avviene la concimazione con fertilizzanti naturali, che arricchiscono il terreno. Le sostanze nutritive già presenti non sempre bastano, quindi alcuni concimi naturali permettono alle radici di trarre nutrienti essenziali per la crescita dell’olivo.
Oltre ad alcuni prodotti particolari, come gli azotati, a volte si concimano gli ulivi tramite i rami scartati dalla potatura – vengono bruciati e ridotti in cenere per la concimazione biologica.
Questi trattamenti possono durare anche nel tempo, fino a maggio nei climi più freddi dell’olivicoltura o sulle colline. Nei terreni sulle coste, è più facile che la potatura e la concimazione diano i loro frutti in tempi rapidi.
È importante, sempre, fare attenzione che negli oliveti non si diffondano i parassiti di stagione, come la tignola verde, ad esempio, oppure i funghi (che compaiono quando il terreno è umido e la temperatura aumenta).
La raccolta delle olive
Da questa fondamentale fase nasce l’olio extravergine d’oliva, ed è basilare che ci si arrivi con le dovute cure alla pianta.
Le olive sane avranno una rendita sostanziosa, come quantità ma anche nella qualità delle sostanze nutrizionali (polifenoli antiossidanti, vitamine, etc.).
Quando avviene esattamente la raccolta? In linea di massima le olive si raccolgono nella stagione autunnale – da ottobre a dicembre.
Nella pratica, al momento giusto. Conoscendo il territorio, le piante, le olive alla maturazione.
Vanno considerate diversi fattori, per intuire il mese adatto e la decade “perfetta”, tra cui la varietà dell’oliva e le condizioni climatiche specifiche.
La cultivar si differenziano tra loro, e ce ne sono alcune a maturazione delle olive precoce, altre in una fase medio-tardiva oppure a maturazione tardiva.
Anche il clima è un elemento che fa la differenza, dato che il momento della raccolta varia di mese in mese in base alle situazioni meteorologiche: estate piovosa o secca, autunno con gelate o grandine, esposizione a venti e sole.
In più, è necessario considerare se le olive vadano a finire in tavola oppure al frantoio. Cambiano i momenti in cui raccoglierle!
Le olive da mensa, ad esempio, sono le olive a invaiatura dal verde al violaceo – momento buono anche per la raccolta in vista di un olio aromatico e ricco di sapore.
Quando il frutto si trova a maturazione completa, dalla buccia quasi nera, rende molto a livello quantitativo e meno come qualità.
A questo punto, dopo l’attenta osservazione, la raccolta delle olive chiude il ciclo di vita annuale della pianta.
In parallelo, fa cominciare le lavorazioni dell’EVO, i processi che trasformano le olive in olio!